mercoledì 9 novembre 2016

#Toscana, patria del Sangiovese, ma non solo!!!

#RegioniDiVino

Finalmente siamo giunti alla Toscana, una delle più vocate e riconosciute regioni vinicole insieme al Piemonte e al Veneto, le quali si contendono il primato per prodotti vitivinicoli.

Noi non intendiamo esporci, noi non vogliamo sceglierne una, anche perché siamo del parere che la vera bellezza “vinicola” del nostro paese sia la diversità, la differenziazione che esiste di regione in regione per quanto riguarda vino e cibo. 

Il vino in Toscana è una questione antica: si parla di questo prodotto sin dall’epoca Etrusca, dato che quello prodotto da quelle popolazioni è stato apprezzato e riconosciuto in molte aree del Mediterraneo. L’evoluzione delle tecniche di vinificazione migliorarono con l’avvento del dominio romano, i quali fecero in modo che la bevanda diventasse di uso quotidiano.

Seppure l’indicazione Toscana possa sembrare esaustiva, così in realtà non è in quanto la biodiversità del territorio permette di produrre vini estremamente differenti da una zona all’altra. Si può infatti passare dall’entroterra senese, dove si producono Chianti Classico, Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano, fino alla parte costiera che si fregia di calibri come Bolgheri e Morellino di Scansano.

All’interno di questa divisione ci potrebbe essere un ulteriore frazionamento, basti pensare che la zona del chianti classico si estende da Siena a Firenze e quanta diversità ci possa essere in una così grande area a caratterizzare i prodotti. L’italia è sul terzo gradino del podio per numero di varietà di vitigni dopo Georgia e Canada, la Toscana è una degna rappresentazione di questo dato.

In questa regione vengono coltivate un gran numero di varietà a bacca rossa: Aleatico, Alicante, Ancellotta, Barbera, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Canaiolo Nero, Canina Nera, Ciliegiolo, Colorino, Malvasia Nera, Merlot,Pinot Nero, Pollera Nera, Prugnolo Gentile,Schiava Gentile, Syrah, Vermentino Nero.

Le uve a bacca bianca invece sono: Albana, Albarola, Ansonica, Biancone, Canaiolo Bianco, Chardonnay, Grechetto, Greco, Livornese Bianca, Malvasia Bianca di Candia, Malvasia Bianca Lunga, Malvasia del Chianti, Moscato Bianco, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Semillon, Trebbiano, Trebbiano Toscano, Vermentino.

Non abbiamo citato volontariamente la principale varietà toscana: IL SANGIOVESE, perché pensiamo che in questo caso sia giusto soffermarsi più a lungo. Il Sangiovese è una delle varietà più diffuse in Italia  (le aree coltivate coprono l'11% della superficie viticola nazionale). In generale si parla di Sangiovese, ma in realtà questo termine definisce un gran numero di varietà (o cloni) nelle quali si è differenziato nel corso dei secoli e nei diversi territori.

In Toscana ad esempio se ne distinguono due grandi famiglie: il Sangiovese Grosso, (conosciuto nel corso della storia con altri nomi: Brunello a Montalcino e Prugnolo Gentile a Montepulciano), e il Sangiovese Piccolo, utilizzato in gran parte della regione. 
Per questo motivo è difficile dare una descrizione assoluta del vino che se ne ricava, che ha certo alcune costanti comuni (buoni tannino ed elevata acidità) ma può variare dal vino rosso più economico ai vertici qualitativi del Brunello. 

Dopo aver delineato la produzione toscana, non ce la sentiamo di fare nomi di produttori. È sufficiente dire che nella zona del Chianti Classico esistono più di 300 realtà. Non ce la sentiamo perché ci concentreremmo su un unico rappresentante di una determinata categoria di prodotto quando la finalità di questo nostro scritto è quella di sottolineare l'incredibile diversità agricola che la Toscana offre al mondo.

lunedì 7 novembre 2016

#Sicilia, quando il vino è storia!

#RegioniDiVini

È grazie ai coloni greci che in tutto il Mediterraneo, e naturalmente anche in Sicilia, si diede inizio alla produzione del vino. Furono i Fenici, infatti, a dedicarsi per primi alla cultura della vite e a trasformare i vini siciliani in prodotti di grandissimo valore negli scambi commerciali del tempo. In queste zone, l'uva rappresenta tuttora una delle principali risorse, per qualità e quantità. 
Diversi sono i vitigni autoctoni, sia bianchi che rossi: lo Zibibbo, il Nero d'Avola, l’Etna Bianco e l’Etna Rosso, il Grillo, il Frappato, sono solo alcuni degli esempi più virtuosi.

La cucina locale è frutto delle diverse civiltà che si sono succedute, talvolta sovrapposte, e il contrasto dolce-salato, che contraddistingue molti piatti tipici, proviene della cucina araba.

Cibo e vino si sa, sono fatti per stare insieme… e, dunque, è importante saperli abbinare! Nella cucina siciliana, la parola d'ordine è armonia! Ai piatti dal gusto forte vanno accoppiati vini ugualmente robusti, mentre con i patti più delicati vini bianchi o rosati. Con i dolci, escludendo quelli a base di cioccolata, i cosiddetti vini da meditazione come il Marsala, il Malvasia o il Moscato. Di seguito, gli abbinamenti con alcuni dei piatti più famosi della cucina siciliana.

Pasta alla Norma - Grillo (o Cerasuolo)
Due le possibilità con la pasta alla Norma: un vino bianco come il Grillo, dal momento che la componente grassa del piatto, la melanzana fritta, richiama una componente acida del vino; oppure, per gli amanti dei rossi, un Cerasuolo di Vittoria.

Pesce spada - Alcamo
Un vino bianco secco a bassa gradazione alcolica, che non sovrasti il sapore delicato del pesce, come, ad esempio, l’Alcamo. La nota acida lo rende il giusto abbinamento con questo tipo di pesce, oltre che apprezzabile fuori dai pasti.

Gelati e dolci secchi - Malvasia delle Lipari
Un vino per eccellenza delle isole Eolie, La sua gradazione minima è 11,5% Vol. e il disciplinare ne consente la produzione anche nella versione Passito. Un vino da dessert per eccellenza, ma anche un vino da meditazione, con cui accompagnare la conversazione a fine pasto. Il Malvasia deve essere servito molto fresco (ca 8°C).


Appuntamento da non perdere, l’11 e 12 novembre Vinorum a Termini Imerese (PA): la festa del vino e della gastronomia sicula. Degustazioni di vini regionali, degustazioni di salumi e prodotti caseari, gastronomia locale e musica live!

giovedì 3 novembre 2016

Torta alle nocciole con zabaione allo champagne!

#RicetteDiVini

WineOt ritorna con una nuova #ricettadivino! Questa volta vi proponiamo un delizioso dessert arricchito dal gusto dello spumante per conquistare il palato dei vostri ospiti: la torta alle nocciole con zabaione allo champagne. Curiosi? Cominciamo!

Ingredienti (per una torta di 22cm di diametro):

150g di nocciole tostate
200g di farina
200g di zucchero
3 uova intere
100g di burro
2 cucchiai d'olio
2 cucchiaini di lievito
1 cucchiaio d'essenza di vaniglia
una tazzina di latte
un pizzico di sale

Ingredienti per lo zabaione:

6 tuorli d'uovo
120g di zucchero
120ml di spumante Brut

Come primo passo iniziamo con qualcosa di semplice: tritate le nocciole già tostate nel mixer fino a quando non diventano una farina finissima e poi lasciate il tutto da parte. Prendere le uova, lo zucchero e un pizzico di sale e con la frusta elettrica iniziate a montare gli ingredienti insieme al burro fuso, l'essenza di vaniglia, l'olio e il latte. Per ultimi aggiungete la farina, il lievito e la farina di nocciole.

A questo punto prendete la teglia d'alluminio destinata alla torta e imburratela e infarinatela prima di amalgamare e versate il composto. Il gioco è quasi fatto, mettete la teglia in forno a 165° per circa 45 minuti. Prima di sfornare la torta controllate con uno stecchino la cottura e poi lasciatela raffreddare.

Passiamo quindi allo zabaione! Prendete le uova, separate i tuorli, uniteli allo zucchero e iniziate a montare tutto con la frusta versando nel mentre lo spumante. Trasferite lo zabaione a bagnomaria cuocendo a fuoco lento per circa 10 o 15 minuti fino a portare l'acqua appena a sobbollire mentre continuate a montare il composto permettendogli di gonfiarsi.

Ci siamo! Togliete il composto dal fuoco e mi raccomando, lasciatelo raffreddare prima di mangiarlo!!!

Come avete visto è una ricetta piuttosto semplice per una torta gustosa, ma allo stesso tempo delicata grazie al suo retrogusto “frizzante”, perfetta per sorprendere i vostri amici!




giovedì 13 ottobre 2016

TAORMINA GOURMET - Sicilia 2016

#EventiDiVini


Ottobre in Sicilia? Una piacevole sorpresa, e non solo per le temperature classicamente quasi estive che permettono di sognare un ultimissimo bagno, ma anche per le tante sorprese in campo enogastronomico. Un’isola dove la coltivazione della vite inizia in tempi antichissimi (secondo le leggende greche, infatti, furono le lacrime di Dioniso a far germogliare la vite), ma la cui notorietà si è affermata sui palcoscenici internazionali soltanto negli ultimi anni.

Merito di veri e propri “brand da tavola” quali il Nero d’Avola, prodotto praticamente su tutto il territorio regionale, e merito anche della fortuna di poter annoverare tra le proprie isole anche le Eolie e Pantelleria, patria rispettivamente di Malvasia e Moscato altrettanto celebri. Da un punto di vista quantitativo l’area di produzione più vasta è quella a cavallo tra le province di Palermo e Trapani, ma bisogna precisare che tutta la Sicilia con il suo 60% di territorio collinare ed un clima mite e soleggiato risulta essere una terra ideale per la coltivazione della vite.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, esperti e non: la Sicilia si è imposta come produttore di vini di elevata qualità, potendo annoverare ben 18 vini DOC, tra cui i già citati Malvasia delle isole Lipari e Moscato/Passito di Pantelleria, oltre ad Alcamo, Marsala ed Etna, nato sui terreni vulcanici ai piedi dell’omonimo vulcano. Nella metà orientale dell’antica Trinacria si produce anche la sola etichetta DOCG: il Cerasuolo di Vittoria.

A certificare le eccellenze vitivinicole siciliane è intervenuta la manifestazione Taormina Gourmet, alla sua quarta edizione e con oltre 150 cantine partecipanti

Prevista tra il 15 e il 17 ottobre nelle sale dell’Hotel Diodoro si propone di far risaltare i principali vini regionali compresi nelle categorie DOC e DOCG. Al termine della tre giorni di degustazioni, anche gastronomiche con la vera e propria sfida tra chef di Campania, Puglia e Calabria organizzata a Zafferana Etnea, i migliori prodotti verranno insigniti del Sicilia Wine Award, alla presenza del noto giornalista e degustatore Daniele Cernilli.

Per saperne di più:

http://www.taorminagourmet.it/

mercoledì 12 ottobre 2016

Le migliori cantine da visitare in Campania

#RegioniDiVini

Campania: terra meravigliosa ricca di storia e di grandi vini..il 2016 è stata una delle migliori annate!

La Top Ten della Campania

Catalanesca del Monte Somma Igt Bianco Katà 2014
- Cantine Olivella di Sant’Anastasia (Na), prezzo 10-12 euro
- Cantina Ettore Sammarco di Ravello (Na), 8-10 euro
- Cantina Coppi di Lapio, Lapio (Av), 14-16 euro
- Cantina Benito Ferrara di Tufo (Av), 15-17 euro
- Cantina Montevetrano di San Cipriano Picentino (Sa), 14-16 euro
- Tenuta Scuotto di Lapio (Av), 20-22 euro
- Tenuta Viticoltori Migliozzi di Carinola (Ce), 15-17 euro
- Fattoria La Rivolta di Torrecuso (Bn), 10-12 euro
- Tenuta Cavalier Pepe di Sant’Angelo all’Esca (Av), 31-33 euro
- Cantina Salvatore Molettieri di Montemarano (Av), 42-45 euro

Quattro docgAglianico del Taburno, fiano d'Avellino, greco di Tufo e Taurasi – 16 doc (tra queste, Lacryma Christi del vesuvio, falanghina del Sannio e Capri), alta gradazione sia nei bianchi sia nei rossi. 
Il biglietto da visita della Campania racconta il sole di questa regione ed esalta l'Irpinia, il Casertano e la splendida Costiera amalfitana.

Le Corone del 2016 in Campania sono 30: nessuno al Sud Italia è così titolato. Quello che sta terminando sembra l’anno del taurasi. La docg avellinese infatti ha raccolto ben 9 corone, surclassando numericamente le altre docg. E se nelle 30 Corone troviamo più rossi che bianchi, nella nostra top ten la proporzione è rovesciata.

Quattro vini ottengono il triplice riconoscimento (corona della critica, corona del pubblico, rapporto qualità-prezzo) e sono tutti bianchi. Gli altri sei li collochiamo idealmente su un gradino più basso. Ma parliamo comunque dell’eccellenza. Vediamo dunque nel dettaglio

Le dieci migliori bottiglie della Campania secondo la guida Vinibuoni d’Italia 2016

- Costa d'Amalfi Doc Bianco Terre Saracene 2014
- Fiano di Avellino Docg  2014 (bianco)
- Greco di Tufo Docg Vigna Cicogna 2014 (bianco)
- Campania Igt Aglianico Core 2013 (rosso)
- Campania Igt Fiano Oi nì 2012 (bianco)
- Falerno del Massico Doc Rosso Rampaniuci 2010 (rosso)
- Sannio Doc Taburno Fiano 2014 (bianco)
- Taurasi Docg Riserva La Loggia del Cavaliere 2009 (rosso)
- Taurasi Docg Riserva Vigna Cinque Querce 2008 (rosso)

Ci sono sicuramente due eventi da non perdere nei prossimi due mesi in Campania.

Il primo è senza dubbio quello che si svolge a Montemarano (AV). Montemarano è la capitale dell’Aglianico e si trova in provincia di Avellino. Torna a far parlare di sé e del suo prodotto tipico di eccellenza e lo fa con una due giorni che si preannuncia entusiasmante.

Il centro storico dell’antico borgo irpino, profumato dai sentori delle uve aglianico, solida fortezza ultrasecolare e labirinto di contrade tutte da esplorare, ospiterà venerdì 16 e sabato 17 ottobre la kermesse enologica “Festa del vino”, durante la quale il comune di Montemarano sarà presentato come il “Salotto dei vini buoni” d’Irpinia.

Per due giorni protagonista indiscusso dell’evento sarà proprio il vitigno Aglianico, padre del pregiato Taurasi DOCG che da anni con-tribuisce a rendere famosa la terra d’Irpinia nel mondo. L’Aglianico, vino dall’intenso colore rosso rubino, dal gusto intenso e corposo e caratterizzato da un inebriante mix di profumi, sarà al centro di un ricco programma di iniziative, dove convegni, degustazioni, mostre, visite guidate, spettacoli musicali e workshop, faranno da cornice all’inaugurazione dell’Eco-Museo del Vino, sito all’interno del restaurato Palazzo-Castello Medievale.


Altro evento assolutamente imperdibile è quello che si svolgerà invece a Novembre sull’isola di Procida. L’evento patrocinato dal Comune di Procida si terrà venerdì 11 Novembre presso il borgo storico di Terra Murata come ormai da tradizione. Degustazioni di piatti tipici locali, spettacoli vari per grandi e piccini, tanta buona musica, il tutto accompagnato naturalmente dal buon vino della regione che è stata per anni capitale del Regno più florido d’Europa: quello delle “Due Sicilie”.

Cantine

Volete un consiglio su qualche ottima cantina dove degustare il miglior vino di questa splendida regione? Noi di WineOt vi consigliamo queste:

-       Feudi San Gregorio (Sorbo Serpico, Avellino)
-       Galardi (Sessa Aurunca, Caserta)
-       Mastroberardino (Atripalda, Avellino)
-       Montevetrano (San Cipriano Picentino, Salerno)
-       Terredora (Montefusco, Avellino)